Alimenti fitness: paradosso tra salute e dieta

A chi non è mai capitato di acquistare alimenti fitness con l’intento di adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, ma di ritrovarsi poi a consumarne in larga misura poiché spinti dalla convinzione che quei prodotti fossero dimagranti?

Sembrerebbe quasi che questo risultato sia più diffuso di quanto si possa credere. In effetti, che si tratti di barrette sostitutive dei pasti, di snack ipocalorici, di yogurt contro la stitichezza o di corn flakes a basso indice glicemico, gli alimenti fitness in generale, ci incitano a mangiare troppo e a praticare meno attività motorie.

Questo esito, commentano gli scienziati, viene enfatizzato dalla modalità di presentazione del prodotto (in marketing, il cosiddetto packaging). Ed infatti, spesso l’incarto di questi alimenti viene sponsorizzato da personaggi famosi (un esempio sono i cereali Fitness Nestlè pubblicizzati da Rossella Brescia o lo Yogurt Activia sponsorizzato da Alessia Marcuzzi).

Per farla breve, questo criterio promuove l’idea che quel determinato alimento fitness possa essere consumato in abbondanza perché fa consumare i grassi in eccesso.

A tal proposito, così ha chiarito Joerg Koenigstorfer, uno degli autori della scoperta pubblicata sul Journal of Marketing Research: “Il fatto che i cibi siano brandizzati come dietetici fa sì che chi cerca di perdere peso -o di non ingrassare- ne mangi di più e che, ancora peggio, riduca il tempo dedicato all’esercizio fisico, guardando all’alimentazione ‘dietetica’ come a un sostituto dello sport”.

Articolo di Fulvio Aniello

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