Come avere il look ideale pur lavorando in smart working?
Ecco i consigli di Stefania Fornoni, Image Strategist e Style coach di LookBeautiful.it
Nel periodo di lock down forzato abbiamo scoperto che attraverso lo schermo del PC possiamo lavorare (in smart working) e apparire. Non tutti però sanno che anche davanti alla webcam, lo stile resta uno dei fattori determinanti per il successo della propria immagine. Da qui l’importanza di un look adatto durante ogni tipologia di meeting, seppur virtuale. Ecco allora i consigli di una style coach per essere sempre perfette durante lo smart working (ma non solo)…
Collegati da casa, in un periodo in cui tutto è stato condizionato e messo in discussione. Eppure l’immagine non deve andare in lock down. Perché?
E’ importante sapersi adeguare al cambiamento e imparare a gestire la nostra immagine ed il nostro stile anche attraverso uno schermo, perché questa modalità ormai farà sempre più parte del nostro quotidiano. Per ragioni professionali, perché dobbiamo comunque apparire coerenti, curate, attente anche attraverso il nostro aspetto e l’abbigliamento. Anzi puntando su certi capi che influenzano positivamente il nostro atteggiamento mentale (ad esempio una giacchina, una camicetta particolare), ci aiutiamo a ‘entrare nella parte’ ed essere più performanti.
Ma anche per ragioni personali, perché la cura quotidiana, il dover prestare attenzione a cosa indossiamo, ci aiuta in una routine che ci evita di lasciarci andare, di apparire poco confidenti. Alle persone piacciono le persone che mostrano disinvoltura e trasmettono energia, difficile farlo se ti rassegni a girare per casa e collegarti sempre in pantofole, maglietta e golfoni.
Cosa scatena, nella psicologia di chi ascolta, la scelta del look adatto in smart working?
Ecco infatti, hai detto ‘ascolta’. In effetti il nostro cervello si fida molto di quello che vede, prima ancora di tutto il resto. Quando vediamo una persona, incameriamo senza accorgercene decine di dettagli e, senza nemmeno renderci conto, attiviamo una reazione: mi piace, non mi piace, è credibile, non è credibile… E se purtroppo la reazione è negativa blocchiamo l’ascolto, ovvero le parole a quel punto hanno pochissima presa su di noi. Perché un look che ci valorizza come stile, linee e proporzioni (e quindi ci sta bene e ci fa sentire bene) e si adatta alla situazione in cui ci troviamo, colpisce favorevolmente l’interlocutore, ci rende interessanti, coerenti, e invoglia le persone ad ascoltarci. Questo avviene sia nelle situazioni lavorative che sociali.
Quali errori è facile compiere e sono invece da evitare?
Un grosso errore pensare che lavorare da casa sia come ‘stare a casa’, in totale relax rinunciando a curare capelli e make up. Un make up magari più semplice, ma presente, aiuta la luminosità del viso, dà un aspetto fresco e intensità agli occhi. I capelli in disordine comunicano disordine. Non adatti sicuramente se ti colleghi per lavoro.
Altro errore trascurare completamente lo sfondo, le inquadrature e l’illuminazione nelle nostre webcall. Tutto ciò che gli altri percepiscono di noi si concentra all’interno della cornice del nostro schermo: il nostro mezzobusto (alle volte solo il viso), l’ambiente in cui ci troviamo e che si intravede (una cucina, uno studio, il salotto di casa, una cameretta? In ordine o in disordine? Pieno di rumori e via vai o tranquillo?)
E poi la luce, l’orientamento dello schermo, l’altezza del punto di ripresa, il nostro audio/voce. E poi ancora ciò che indossiamo, i nostri gesti, la postura, il nostro volto. Ognuno di questi elementi acquisisce grande rilevanza nel nostro nuovo modo di relazionarci in smart working e andrebbe curato!
C’è un caso esemplare che ci può raccontare?
Ho visto una brava professionista organizzare un meeting via web ma per tutto il tempo vedevamo solo un pezzo di testa e il lampadario, perché non si era assolutamente preoccupata dell’orientamento del suo schermo.
Un altro caso in cui mi sono imbattuta: una consulente che consigliava ad alcuni artigiani come fare richiesta per il bonus Covid, mentre indossava un foulard super griffato: questo è appunto un errore di comunicazione, il contesto era più sobrio e, arrivare con un accessorio costoso anziché metterla nella giusta sintonia con le persone, ha creato invece un po’ di imbarazzo.
Ci sono meeting online per varie occasioni e parlando di “Look & smart working”, ci sono tre esempi chiave – la riunione con i colleghi, il colloquio di lavoro o l’aperitivo virtuale. Come si possono declinare con stili diversi?
Riunione colleghi informale, giocare con il colore per variare un po’. Un maglioncino, una blusa, un cardigan di lana fine. Tutto molto easy, ma carino e funzionale.
Colloquio, meglio indossare una giacchina e un top. Non si sbaglia. Evitando stampe sgargianti. Il sotto non si vede, ma comunque va bene un pantalone carino e comodo, che aiuta comunque a sentirsi ‘giuste’. Direi che quello della tuta va evitato.
Aperitivo, l’abbigliamento davvero libero, magari più divertente. Almeno in queste occasioni poi è carino giocare anche con gli sfondi e le animazioni.