Cosmetica Italia sostiene la filiera del beauty quale asset strategico per il Paese e occorre fare di tutto per aiutarlo a superare la crisi.
Cosmetica Italia, Associazione nazionale imprese cosmetiche, esprime forte preoccupazione per l’ipotesi di ulteriori limitazioni e chiusure a causa della pandemia in atto. Queste potrebbero colpire i canali di vendita di prodotti per l’igiene personale e la cura del sé (GDO, profumerie, erboristerie, negozi monomarca drugstore, farmacie e parafarmacie). Queste misure si sommerebbero alle chiusure già in atto nelle zone rosse per saloni di acconciatura ed estetica.
Il settore cosmetico è stato duramente colpito dalla pandemia. L’ultima Indagine congiunturale ha delineato un quadro preoccupante. Il fatturato globale ha segnato un -12,8% rispetto al 2019, con un mercato interno in calo del 9,6%. A soffrire di più è stato l’export a -16,5% per un valore complessivo di 4 miliardi euro.
Cosmetica Italia la filiera del beauty è un asset strategico per il Paese
“Siamo consapevoli dell’emergenza in atto e non faremo mancare, anche questa volta, il nostro impegno”. Commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia. “Sin dalla prima ondata, il comparto ha agito con grande senso di responsabilità. Ha risposto mettendo in sicurezza le proprie linee produttive e avviando conversioni per garantire la fabbricazione di prodotti fondamentali per contrastare la diffusione del virus. Insieme alle autorità preposte abbiamo, inoltre, collaborato attivamente alla stesura dei protocolli per garantire la riapertura in sicurezza di alcune attività della nostra filiera, quali parrucchieri ed estetisti. La preoccupazione per la situazione sanitaria si affianca a quella di tutti i nostri associati per la crisi economica che fronteggiamo ormai da un anno. Temiamo possa generare ancora più chiusure di imprese e attività commerciali di quanto già registrato. L’impatto occupazionale negativo, che il protrarsi e l’acuirsi delle misure restrittive potrebbe avere sui professionisti dell’intera filiera, mette a rischio più di 130mila addetti”. Sottolinea il presidente Ancorotti.