Al suo debutto al Festival, Rêve incontra Francesca Michielin

Se le chiedi qual è il suo più grande sogno ti risponde “realizzare colonne sonore per l’universo cinematografico”. Se invece le chiedi qual è il suo posto preferito al mondo, ti risponde che Barcellona è il suo posto felice. Se poi le domandi come la vedremo sul palco del prossimo Festival di Sanremo ti dice che grazie alla collaborazione con Yves Rocher, ci sarà da aspettarsi uno spettacolare racconto cromatico. Sogni e aspirazioni di Francesca Michielin.

L’abbiamo ascoltata per la prima volta live a Milano, in occasione dell’evento privato Just Dare Bvlgari quando ancora nemmeno potevamo immaginare l’esistenza di un virus che ci avrebbe confinato nelle nostre case, e subito abbiamo avuto l’impressione che Francesca Michielin di strada ne avrebbe fatta tanta. Vincitrice, a soli sedici anni, della quarta edizione di X-Factor nella categoria Under Donne, allora capitanata da Simona Ventura. Ha rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest nel 2016, subito dopo essersi classificata seconda all’edizione del Festival di Sanremo dello stesso anno. È stata scelta come unica artista italiana per la colonna sonora del film The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro e voluta dalla stilista Stella McCartney come unica artista italiana per partecipare al festival musicale online per sensibilizzare il pubblico contro la violenza sulle donne. Francesca Michielin è una giovane artista che vive di musica, ed è attenta a preservarne i suoi valori di libertà e diversità, due caratteristiche che definiscono il suo nuovo progetto musicale intitolato FEAT (Fuori dagli spazi), disponibile dal prossimo 5 marzo. Un grande lavoro di ricerca musicale, eterogeneo. Ricco di collaborazioni con i nuovi protagonisti della scena pop italiana, amati dalla Gen. Z e dal pubblico social. Uscita che coinciderà con la terza esibizione di Francesca sul palco dell’Ariston, al Festival di Sanremo 2021, dove duetterà con Fedez. Insieme canteranno “Chiamami per Nome”. Collaborazione ideata tra un balcone e l’altro, durante il loockdown. Nata nel 1995 e originaria di Bassano del Grappa, Francesca è la protagonista di quella young generation che ci piace ascoltare, vedere, intervistare. Semplice, ma allo stesso tempo profonda, genuina e gentile, ci racconta sulle pagine di Rêve i sogni di una donna che sta facendo strada nel panorama musicale gettandosi a capofitto in progetti che spesso vedono troppi uomini giostrare le redini del gioco, ma lei, forte e caparbia sà come muoversi.

Francesca andrai a Sanremo col nuovo brano “Chiamami per Nome” che presenterai insieme a Fedez. Parlaci del vostro rapporto.

Conosco Federico da circa 10 anni, ci siamo incontrati nel 2012, eravamo entrambi giovanissimi. Abbiamo lavorato insieme per “Cigno Nero” e poi per “Magnifico”, due brani di grande successo. Durante la pandemia Fedez ha dato vita all’iniziativa dei balconi (un momento di condivisione musicale che teneva in contatto le persone tramite i social n.d.r), in quell’occasione abbiamo duettato insieme e lì ci è venuta l’idea di dare vita a una nuova collaborazione. Sono stata io a proporgli questa “pazzia” di andare a Sanremo insieme. Un palco che vivo con gioia ed ho pensato che sarebbe stato bello esibirci lì insieme. In più il periodo coincide con la data di uscita del mio nuovo progetto musicale FEAT- Fuori dagli spazi, disponibile da 5 marzo 2021, dove ci sarà anche il brano realizzato con Fedez. Insomma mi è sembrata un’occasione davvero giusta.

Con il tuo nuovo album in uscita per Sony Music hai voluto raccontare la bellezza dell’incontro, attraverso l’unione di artisti e amici di generi diversi. Un progetto collettivo anticipato dalle collaborazioni con Vasco Brondi e appunto Fedez… Ma cos’è la bellezza secondo Francesca?

FEAT (Fuori dagli spazi) è un progetto che prevede molti brani realizzati in collaborazione con tanti artisti diversi tra cui anche i Maneskin e Coma Cose. Il titolo è un augurio a tornare ad abbracciarci e vivere al più presto lo spazio aperto. La copertina è un cielo che richiama questo concetto. E inoltre il titolo ripercorre una specie di protesta. Hai presente quando a scuola da piccoli ci dicevano di colorare le figure dentro un’area limitata? Ecco, il mio è un invito a fare le cose fuori dagli schemi e celebrare la bellezza della diversità. Sono molto legata alla parola bellezza, secondo me non vuol dire cercare l’estetica più bella a tutti i costi, ma ricercare la propria modalità di espressione e di armonia per comunicare agli altri chi siamo. La ricerca della bellezza include tanti aspetti diversi e uno di questi può essere coltivare il proprio talento. Io credo nella musica, la ascolto e la rispetto; questa è una forma di bellezza. Ricercare la bellezza dovrebbe essere un obiettivo quotidiano dell’essere umano, è la sua espressione massima della manifestazione d’amore verso se stessi.

Occupandoci anche noi di bellezza legata alla sfera del beauty, cosa ci racconti del tuo rapporto con questo mondo? Ti abbiamo vista indossare il nuovo Mascara Métamorphose di Yves Rocher. E anche se il tuo look è sempre molto clean abbiamo notato che l’eyeliner non manca mai, è un tocco che esalta la tua femminilità?

Di Yves Rocher mi ha conquistata il suo approccio etico al prodotto, l’attenzione verso l’ambiente, agli animali e all’uomo. Hanno una sensibilità unica in questo. È un marchio che conosco da tempo, ho iniziato ad usare i suoi prodotti scegliendo un fondotinta che mi aiutasse ad essere me stessa senza appesantirmi. Mi piacciono molto i suoi rossetti nelle tonalità del rosso e del fragola. Amo il suo Primer, che per me è fondamentale. I suoi pennelli e le matite per le sopracciglia sono fantastici da usare. Il mio rapporto con l’univero del make up cambia in base al mio stato d’animo e a quello che voglio comunicare agli altri. Ci sono dei momenti in cui sono completamente struccata ma magari indosso un filo di rossetto sulle labbra, oppure in cui do maggiore risalto agli occhi. Mi piace molto usare l’eyeliner, allungare la forma dell’occhio, mi fa sentire più me stessa.

Yves Rocher curerà il tuo beauty look per Sanremo, ci puoi anticipare qualcosa?

Per Sanremo ho deciso di usare il makeup per realizzare un racconto cromatico, mixando stili differenti. Il mio viso sarà molto pulito, metterò probabilmente il rossetto e un effetto “shock” per gli occhi.

A proposito di esibizioni, la pandemia ha bloccato l’intero settore artistico, come hai vissuto questo periodo?

È stato un momento difficile ma curioso che ci ha messo difronte il dover vivere nuove e inaspettate situazioni procedendo giorno per giorno. La pandemia ha significato per tutti il dover convivere con se stessi. Il blocco e la distanza dal pubblico per me è stato sofferente, ad un certo punto mi sono sentita come svuotata perché essere sul palco non vuol dire mettersi al di sopra del pubblico, ma stare in mezzo alle persone, cantare con loro e condividere questo momento gli uni con gli altri. I social e soprattutto i live di questa estate sono stati di grandissima utilità per imparare di nuovo a comunicare con tutti secondo nuove regole.

Sei una giovane donna di successo, che consiglio daresti a una ragazza che vuole entrare nel mondo della musica?

Studiare è l’unico modo che aiuta ad esprimersi e ad avere le competenze per non farsi mettere i piedi in testa, soprattutto se sei una giovane ragazza. Studiare aiuta ad abilitarti. La formazione ti dà la credibilità ma quando si è donne è difficile far sentire la propria voce, bisogna essere toste in questo. Essere indipendenti, sapere come funzionano gli strumenti del mestiere e le tecnicità è fondamentale. Il problema è che manca una cultura della diversità e questo rende difficile conquistare il proprio spazio.

Un insegnamento che hai ricevuto e che ancora oggi per te è fondamentale?

Uno degli insegnamenti più grandi me lo diede Rafael Gualazzi ad X-Factor, quando mi disse: la musica non è mai competizione ed ogni esperienza è una esperienza, non è mai l’esperienza. Questo vuol dire che bisogna imparare a non prendersi mai troppo sul serio e che bisogna imparare a vivere le gare con agonismo senza antagonismo, una variante quest’ultima che porterebbe fuori strada.

Viaggi tantissimo, c’è un posto a cui sei particolarmente affezionata?

Barcellona è il mio posto felice. Qui si celebra il Primavera Sound, spero di poterci tornare presto.

Cosa ti auguri per questo 2021?

Mi auguro che vengano presi dei provvedimenti per sostenere l’arte, che è un bene necessario.

In occasione del tuo compleanno uscirà uno speciale podcast. Ce lo racconti?

È un modo diverso per festeggiare il mio compleanno e un bel regalo da condividere con tutti. Il podcast si chiama “Maschiacci” è ed uno strumento per capire su cosa lottano oggi le donne. Il primo ospite sarà Matilda De Angelis con lei affronteremo anche il tema della body pisitivity.

Noi ci chiamiamo Rêve… Qual è il tuo sogno?

Il mio sogno più grande è lavorare nel cinema come compositrice di colonne sonore. È un mondo che mi piace molto e vorrei entrarci in maniera più assidua, è un settore molto maschile, forse bisognerà sgomitare un pochino, ma non mi spaventa. Ho avuto l’occasione di lavorare alla colonna sonora di Spider-Men 2 nel 2014 e poi l’anno scorso ho composto la musica di “A Cup of Cofee with Marylin”, un corto che aveva come protagonista Miriam Leone, diretto dalla regista Alessandra Gonnella. Un’esperienza bellissima e di successo che ci ha portato a vincere diversi premi.

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