Il team che ha dato alla luce Aura Mugler ha lavorato per circa tre anni. Ancora una volta la Maison sceglie di distogliersi dalla quotidianità di creazione e concedersi il tempo necessario al concepimento delle sue fragranze. L’idea, a dire il vero, è nata rapidamente, trainata dal desiderio di inaugurare una nuova femminilità, di plasmare una donna connessa con proprio istinto, dal quale attinge forza e vitalità. Il profumo in sé è infatti un invito a seguire l’istinto, risvegliando i sensi e ricollegandosi alla natura.
Anche la comunicazione segna un nuovo inizio, di cui la metamorfosi sia il collante, che trova in Zhenya Katava il suo volto perfetto. Modella dall’immagine multiculturale, esprime agilità e magnetismo con i suoi occhi impenetrabili e felini.
La creazione olfattiva è stata orchestrata da Sandrine Groslier, Presidente di Clarins Fragrance Group, e Pierre Aulas, consulente e Direttore Artistico Olfattivo. Al loro fianco quattro parfumeur: Daphné Bugey, Amandine Clerc Marie, Christophe Raynaud e Marie Salamagne. Uno schieramento insolito, ma comunque armonizzato dalla totale complicità con cui è stato svolto il lavoro.
Il cuore pulsante è quello della liana selvatica, pianta medicinale cinese recentemente scoperta dalla maison Firmenich. Per trattenerne la potenza e la grazia intervengono la foglia di rabarbaro, croccante come l’erba appena tagliata, acidula e frizzante, e il fiore d’arancio, vivace e delizioso. In chiusura sensualità felina data dal “fiore nero” – o baccello – di vaniglia Bourbon, nota boisé e speziata, con sentori di cuoio, e dal Wolfwood, un’esclusiva Firmenich, un accordo boisé-affumicato, con accenti di resina, morbidi e avvolgenti come una pelliccia.