Puig nel 2017 ha registrato un fatturato netto di 1.935 milioni di euro, che rappresenta un aumento dell’8,1% dei ricavi netti segnalati e dell’8,6% a parità di perimetro costante.
Nell’anno, a seguito di un importante piano di investimenti triennale sui marchi partito nel 2015, gli utili hanno fatto registrare un’incredibile impennata, tale da raggiungere quota 228 milioni di euro (+47%). Lo sviluppo ha compreso anche l’integrazione dei profumi Jean Paul Gaultier, che ha generato, nel breve periodo, una contrazione dei profitti. “Siamo molto soddisfatti di questi risultati”, ha sottolineato Marc Puig, CEO di Puig.
Oltre ai profumi di Jean Paul Gaultier con il femminile Scandal in testa, tra i pilastri della crescita i marchi Carolina Herrera, Paco Rabanne e Prada. Ottime performance anche per la profumeria di nicchia, che comprende Penhaligon, L’Artisan Parfumeur e Eric Buterbaugh (EB Florals) e che ha generato una crescita a doppia cifra.
Puig attualmente vende i propri prodotti in oltre 150 Paesi. Lo scorso anno il 15% dei ricavi è stato generato in Spagna (dove la società è cresciuta del 7%) e l’85% nel resto del mondo. I mercati emergenti al di fuori del Nord America e dell’Unione Europea hanno rappresentato il 44% dell’attività dell’azienda.
L’obiettivo attuale dell’azienda è di generare 3 miliardi di euro di fatturato entro il 2025 e per raggiungere questo traguardo è in programma il lancio di una piattaforma chiamata Puig Futures concepita per migliorare l’esperienza del consumatore e adattare i marchi ai nuovi scenari del mercato.